In occasione di una importante Mostra a Milano, nel 2018, sui rapporti tra Dürer i il Rinascimento italiano, Giusy Baffi ha scritto questo: “Durante il suo lungo soggiorno a Venezia, Dürer venne in contatto anche con Mantegna e Luca Pacioli [il francescano famosissimo matematico, studioso anche della prospettiva]. L’influenza che la scuola veneziana ebbe sulla pittura di Dürer è palese nel dipinto Festa del rosario della pala d’altare per la chiesa di San Bartolomeo, chiesa situata di fronte al Fondaco dei Tedeschi a Venezia [zona Rialto], dove sono evidenti sia la composizione piramidale con al vertice il trono di Maria, che lo splendore cromatico tipico della pittura veneziana del periodo. All’inaugurazione della pala nella chiesa di San Bartolomeo, al cospetto del Doge, lo stesso Luca Pacioli terrà una Lectio magistralis, una lezione magistrale alla presenza di 500 persone.”
Purtroppo la storia del dipinto non è delle più tranquille:
È un tentativo appena accennato, il mio, di definire il mondo delle figure, dei modelli, dei disegni di Giuliana; ma se volessimo avere qualche ragguaglio in più, basterebbe che accostassimo il suo tipo di ricamo (al di là dei ‘generi’: reticello, punto antico, punto pittura, ecc.) a quello di altre ricamatrici presenti oggi sulla scena (e brave, e ben valutate nel mondo del ricamo), per misurarne la distanza, a volte molto grande: qui bisognerebbe far nomi, per capire bene, ma mi limito a ricordare il ricamo che in prevalenza tende a riprodurre oggetti in qualche modo reali: fiori, frutta, conchiglie, animali, talvolta anche persone (più raramente) o loro ‘parti’, ecc. come se si avesse – absit iniuria verbis (senza offesa, insomma) – la macchina fotografica in azione, per capire la differenza tra questi due modi di interpretare il ricamo. Anche Giuliana ha ricamato fiori: un suo libro si intitola Herbarium, e altri (libri e kit) hanno il nome ‘fiore’ nel titolo, ma esistono poche, pochissime analogie tra questi suoi fiori e quelli che lei amava raccogliere per la sua cameretta, da ragazza, o avere sul tavolo da pranzo, quasi sempre, per i colori, la loro combinazione (la forma) e il profumo.
Esempio: se si guarda questa piccola serie di bozzetti, si noterà per es. che quello più in basso, a sinistra, ha un breve appunto, vicino, che dice: “5, 1, 2, 6 lanci” (sempre che si riesca a leggere, come è possibile nell’originale). Come a dire che la sua mente, la sua tendenza spontanea, è quella di mettere ‘in forma’ degli spunti, sotto la specie di stimoli a impostare un ricamo; che da lì, in basso a sinistra, può essere proposto in una configurazione meno precaria come quella di due disegni più sopra, e/o provenire, forse, da quello in basso a destra.