È possibile che qualcuna delle persone che leggono questo mio messaggio conoscano il tipo di artigianato, o di arte, che pratica la signora Shelley Ann Rothgeb, shelleyanndesign.com, di Phoenix, Arizona.
Signora a me del tutto sconosciuta, fino a qualche giorno fa, quando mi è arrivata una sua mail con cui richiedeva due volumi di Giuliana, il n. 3 e il n. 9: ho pensato ‘bella scelta’, ma il fatto che ci fosse il 9 (volume complesso e ‘avanzato’) accanto al 3, manuale di base, mi ha incuriosito, perché un principiante di solito evita di … mettersi in difficoltà, almeno all’inizio, o fa scelte avventate, sullo slancio dell’entusiasmo. Sono andato a curiosare nel suo sito in rete, e ho ammirato alcune delle sue belle cose. Siamo, con tutto rispetto, nella parrocchia dei Fiber and Textile Artist. Brava gente, di sicuro. Allora ho preso carta e penna e le ho scritto così:
“Io non sono un ricamatore, ma per anni ho lavorato con Giuliana, mia moglie, per la parte editoriale dei suoi bei manuali. Quindi qualche memoria del suo lavoro ce l’ho. Giuliana non c’è più dal 2018, … ma ci ha lasciato, tra l’altro, anche la sua autobiografia (edita purtroppo solo in italiano).
Credo che forse un suo libro per te entusiasmante potrebbe essere il n. 10, sull’hardanger, non tanto per il ricamo in sé, ma per il tipo di ‘ibrido’ (lo chiamo io così) che Giuliana ha voluto creare tra Hardanger e ‘reticello’ (il reticello dell’Herbarium, che ti ho spedito). Giuliana ha progettato a lungo l’opera da ricamare per il vol. 10; mentre lo faceva, discuteva le sue idee con una bravissima ricamatrice (soprattutto di hardanger), sua amica, che ha accettato volentieri di ricamare l’opera che Giuliana intendeva realizzare. Giuliana le suggeriva via via come adattare l’hardanger alle proprie intenzioni di introdurre anche parti arrotondate, nel disegno generale dell’opera, e fiori. Questa amica, Yolande, che ha un bel blog in tre lingue fils-aiguilles-passion.blogspot.com, dopo qualche reazione, soprattutto all’inizio, di sorpresa e anche di disappunto, alla fine è rimasta entusiasta. È così che è nato il “Fiordaliso”….”.
Bene. Il giorno dopo mi arriva la sua risposta:
“Mi dispiace per Giuliana. Ha creato dei bellissimi libri che nessun altro ha eguagliato. Spero di imparare da loro quello che hanno da insegnare e di creare nuovi pezzi.
Stavo guardando [nel sito] il libro 10 che mi suggerisci e anche il libro 5. Questo è molto interessante. Non ci sono così tante foto nel libro 10, quindi non ero sicura di cosa fosse. Penso che inizierò con due libri per ora. Forse ordinerò il resto in futuro.
Grazie per aver dedicato del tempo a scrivermi. Mi piacerebbe poter leggere la sua autobiografia. Il mio italiano è limitato, quindi sarebbe difficile!”
A volte io mi commuovo con poco, ho pensato: ma quello che scrive questa persona colta (e brava artista), non è poco. È da tanto che ci penso alla seconda lingua per l’Autobiografia, al punto che mi sono convinto che, magari con Google (che vergogna!), ma una traduzione volante – almeno in inglese – al volumetto La mia vita col ricamo la devo fare, per le persone straniere che non possono non conoscere l’autobiografia di Giuliana. L’inglese? mai saputo, purtroppo … Il francese? così così… Qualche espressione la masticheranno a denti stretti, ma meglio un inglese anche turistico che trovarsi una lingua sconosciuta da decifrare.
Fin che ruminavo questi pensieri, mi scrive anche una ‘vecchia’ cliente, Marina, una signora che se non ho capito male ha il suo negozio-laboratorio a Odessa, pensa un po’: di solito mi chiede che le mandi i libri di Giuliana non laggiù ma a Vienna, presso un’amica, da dove poi qualcuno (un camionista?) glieli porta. Perfetta organizzazione. Qualche volta stento a capire bene quello che scrive: fino a poco fa lo faceva in inglese, ma da qualche settimana arrivano le sue mail in italiano, che qualcuno (una parente?) conosce. Ci riscriviamo finché metto a fuoco bene le sue intenzioni, per non sbagliarmi con la spedizione. In questi giorni mi ha colpito una sua mail insolita, nuova (libri a parte, come di consueto, perché già esauriti quelli che le ho spedito a ottobre). Vediamola tale e quale come mi è arrivata, in italiano, anche con le parti poco chiare (per me):
“I libri sono arrivati e sono già volati ai nuovi proprietari. Ho intenzione di effettuare un nuovo ordine oggi. Ho intenzione di ordinare anche i set [lei chiama così i kit]. Taggo sempre i miei partner (siamo partner) su Instagram, aiuta a coinvolgere nuove persone, ma non sono riuscita a trovare il tuo Instagram. Se non ne hai uno, assicurati di procurartene uno. Ciò attirerà ancora più interesse per le tecniche di ricamo italiane. Mostra su Instagram i tuoi libri, i tuoi set [kit], tutta la bellezza che hai nel tuo arsenale.
Mi sono iscritta ai maestri italiani ed è molto stimolante e allettante. Sto ancora decidendo su fili e tessuti [per i kit]. …”
Dopo vari scambi di vedute, con Marina, per mettere bene a fuoco il suo ordine, concludo che, oltre ai libri, vuole un esemplare ciascuno dei 5 kit con tessuto da 60×60, dunque non per proporre un cuscino ma un centro tavola.
Mi hanno colpito un paio di cose, nel suo scritto che ho riportato: l’invito a utilizzare Instagram (ho una brava nuora che sta aiutandomi a realizzarlo, mi ha promesso, quantunque non sia ricamatrice), perché serve a persone come Marina: e qui ha ragione, immagino, a sollecitarmi. E anche quell’ “arsenale” pieno di bellezze che possiederei, secondo l’amica di Odessa: grandioso. A Giuliana sarebbe piaciuta non poco tutta l’espressione, con l’idea che in ‘arsenale’ ci siano numerose persone che vanno e vengono, ci siano tanti arnesi, le attrezzature per lavorare bene, riparare imbarcazioni/strumenti, progettare e realizzare disegni, abbozzi, partiture, e non saprei cos’altro di entusiasmante, di molto vivo… Giuliana ci avrebbe ‘ricamato su’, immagino, e avrebbe messo a punto qualche novità…
Alla fine a Marina ho ricordato che i Tre cuscini (ha ordinato tre copie di questo libro recentissimo, il vol. 12) hanno necessità di tessuto e anche filo differenti da quelli dei nostri soliti kit; nel caso dei cuscini del libro ci vogliono tela Assisi da 11 fili e Ritorto fiorentino n. 8, non del n. 12, che serve per il reticello dei kit, come dicevo, e che troverà nei kit che le mando. Avendo accennato che avevo ancora qualcosa (delle rimanenze dell’epoca di Giuliana), non ci ha messo molto a rinforzare l’ordine, richiedendomi sia la Aida sia il Ritorto n. 8, per cui penso che per Natale dovrebbe accontentare un bel po’ di sue ricamatrici, se gli dei permetteranno che la sfortunata gente di là possa avere quella pace, intorno a sé e alle loro famiglie, che desiderano e meritano, come è sacrosanto diritto di ciascuno.
Auguri, Marina, a te e a tutte le tue ricamatrici e le vostre famiglie.
17 novembre 2023